Siamo fatti per muoverci.
Indipendentemente dalle condizioni, dal tempo, dallo spazio, dalla nostra età, il movimento è causa e conseguenza delle nostre azioni.
Qualche tempo fa, cominciando a consolidare il nostro gruppo di avventure, ci siamo posti una domanda ingenuamente importante: non dove, quando o con chi, ma come ci muoviamo? La risposta sta tutta nel nome che ci siamo dati: il giupet.
La cavalletta (giupet in friulano) è un animale tranquillo, che usa le sue lunghe zampe per saltare da uno stelo all’altro divertendosi a tracciare traiettorie inaspettate. Si muove sia per sua volontà che a causa di stimoli esterni, senza essere troppo selettivo sulla sua meta. Noi, allo stesso modo, ci muoviamo su terreni diversi, mossi da un progetto personale o da un’idea suggerita da altri.
Non sappiamo categorizzare quello che facciamo, il cosa è secondario. Perché un’escursione in montagna non può diventare anche un’occasione per arrampicare su qualche sasso, per esplorare una grotta, per fare una corsa saltando tra i massi in un torrente, o per allenarsi nelle tecniche del bushcraft?
Abbiamo capito che a muoverci, in modo del tutto improvvisato, è la curiosità. Nessuno di noi è specializzato in qualcosa, ma tutti sappiamo fare, più o meno bene, tutto quello che ci permette di saziare la nostra fame di avventura.
Questo blog nasce dall’idea di condividere con il maggior numero di persone possibile il nostro modo di muoverci. Non scriviamo relazioni, ma racconti. Non riportiamo dati, ma emozioni. Non descriviamo territori, ma sensazioni. Vogliamo trasmettere il nostro modo di reagire a quella barriera naturale – gli orizzonti verticali, direbbe qualcuno – che sono le nostre montagne. Loro, a differenza nostra, non si muovono, mai lo hanno fatto e mai lo faranno. O almeno dal nostro punto di vista.
Cosa, se non il nostro contrario, poteva ispirarci? Perché in fondo, la grande sfida che ci siamo lanciati è quella di scoprire il nuovo in ciò che non muta. È una spinta immobile che ci arriva nelle gambe e nelle braccia, che ci sprona a cambiare costantemente modalità di relazione con la natura, per poterla vivere all’apice delle sue potenzialità.
Parlandone con i nostri amici, ci siamo accorti che il nostro entusiasmo è contagioso. Ecco perché speriamo che leggendo i nostri racconti, le persone si appassionino al movimento e alle sue molteplici sfaccettature. Chiunque senta risuonare queste parole dentro di sé, non dovrà fare altro che usare sui suoi canali social l’hashtag #ilgiupet. Si verrà così a creare una comunità di persone che, senza dover specificare cosa, dove o quando, potranno dire di essersi mosse come una cavalletta, saltando da una disciplina all’altra, da una montagna a un bosco, da una grotta a una cascata.
In un mondo dove specializzarsi è d’obbligo, noi abbiamo scelto di esplorare in lungo e in largo.
In un mondo dove la fretta fa da metronomo alle nostre giornate, abbiamo scelto di assaporare ogni piccolo gesto, restituendogli la dignità che gli spetta.
Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di un’altra delle nostre curiose avventure.
Il team #ilgiupet